La devozione alla Vergine Maria è un tratto distintivo
dell´identità sommarivese. Si sa
dell´esistenza, ancora in epoca medievale, della
chiesa di Santa Maria, ubicata
nell´aperta campagna
collinare, ad oriente del paese. Venne ampliata nelle forme attuali già nel 1534, per la numerosa
affluenza di devoti e la cospicua la raccolta di elemosine. Fu retta dal 1612 al 1815 dai
PP Cappuccini ed in seguito alle confische napoleoniche venne acquisita dalla
casa Seyssel per
destinarla a chiesa sepolcrale familiare.
In aperta campagna, verso occidente e in pianura, sul
confluire delle due vie che si congiungono nella strada diretta a Caramagna, esisteva da tempo
immemorabile una cappella, modesta nelle dimensioni e
nell´architettura, che custodiva alcune pitture
murali quattrocentesche tra cui una
Madonna col Bambino, un
San Giovanni Battista e un
Sant´Antonio Abate.
Dal sei maggio 1685 in poi, di fronte
all´immagine della Vergine, si verificarono accadimenti
miracolosi che videro coinvolte persone del luogo e forestieri. Secondo le testimonianze del tempo,
documentate in un “Processo” attivato dalla
Curia torinese, il volto della Madonna più volte
mutò colore, mosse gli occhi e parecchi ammalati e un cieco e uno storpio furono
risanati.
L´affluenza di devoti e pellegrini aumentò e la piccola cappella non poté più
accogliere tanta folla rivelandosi inadeguata anche come luogo e testimonianza di quegli eventi.
Cappella con pitture murali
Il Santuario alle origini